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Cafetin de Buenos Aires (1947)

Letra di Enrique Santos Discépolo
Musica di Mariano Mores

Da ragazzino ti guardavo da fuori
come quelle cose che non si raggiungono mai,
il nasino schiacciato sul vetro,
in un azzurro di freddo
che poi solo vivendo fu uguale al mio.
Come una scuola di tutte le cose
già da ragazzino stupito mi hai dato
le sigarette,
la fede nei miei sogni,
e la speranza nell'amore.

Come dimenticarti in questo lamento,
piccolo Caffè di Buenos Aires,
se nella mia vita, sei l'unica cosa
che più assomigliò a mia madre?
Nel tuo miscuglio miracoloso
di saggi e suicidi
ho imparato la filosofia, i dadi, le bische
e la poesia crudele
di non pensar più a me.

Mi hai dato, come oro, una manciata di amici
che dànno coraggio alle mie ore:
Josè con la sua chimera
Marcial che ancora crede e spera,
il magro Abel che non c'è più
ma ancora mi guida.

Ai tuoi tavoli che non chiedono mai
ho pianto una sera il primo disinganno,
ho imparato le sofferenze,
sono nato alle pene,
bevvi i miei anni
e mi arresi senza lottare.

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Cafetin de Buenos Aires
Cafetin de Buenos Aires (1947)
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Maria Antonietta Mazzei Attore, drammaturgo, cantante, ma soprattutto poeta: Enrique Santos Discepolo (1901-1951) è, dunque, un artista completo. Rimasto orfano da piccolo e allevato da suo fratello e da alcuni zii ricchi che non furono capaci di dargli serenità e spensi eratezza, recuperò il tempo perduto quando sposò una cantante di tango, Tania, con cui ebbe una relazione solida e serena fino alla sua morte precoce. Figlio e fratello di musicisti, pur non avendo studiato musica, Discepolo componeva "ad orecchio".

Da sempre ha suscitato grande interesse sia in ambito filosofico che letterario, per le tematiche affrontate e per il loro valore esistenziale ed universale:il pessimismo, la depressione,il suicidio come unico sbocco risolutivo,lo scetticismo,la denuncia della società e l'impegno politico (conobbe e aderì al peronismo durante il servizio militare,in Cile). Sicuramente non c'è niente di più filosofico e poetico dell'immagine del piccolo Caffè di Bs As (il bar Oberdam nel quartiere Once,Balvanera) che diventa una scuola di vita in cui scorrono,una dietro l'altra,esperienze,illusioni,rinunce e amare constatazioni.

Discepolo scrive Cafetìn de Buenos Aires nel 1947 con Mores (assieme avevano già scritto "Uno" nel 1941) e ne esce un piccolo quadro di vita in cui nascono,vivono, ma soprattutto muoiono i sogni di un ragazzino, incuriosito da ciò che vede dall'esterno. Il superamento della vetrina,che separa,ma, allo stesso tempo, avvicina alla vita matura,rappresenta il passaggio da bambino -che guarda- a uomo adulto -che vive. Ma questo superamento è anche duro confronto con la realtà:e così il freddo che gela il piccolo naso si trasforma,nel bambino divenuto uomo,in male di vivere (una sorta di gelo esistenziale). L'intera canzone-poesia si sviluppa su un'alternanza di immagini positive e negative:da una parte il bimbo con le sue curiosità e le sue speranze,il Caffè,protettivo come una madre,gli amici (dono prezioso e sacro,della cui mancanza,alla fine della sua vita,soffrì tantissimo);dall?altra le amarezze,i sogni ingrigiti,le pene, l'ubriacatura,la stanchezza...la realtà.

Da luogo di attrazione il Caffè diventa scuola di vita ma anche rifugio,non sufficiente però a dargli la forza per lottare. La poesia si chiude infatti con una fredda e lucida constatazione:gli occhi che prima erano attratti con tanta curiosità dalla vita,ora (chiusi) non hanno più voglia di guardare,ancora una volta,al di là del vetro.Ed è così,in effetti,che se ne è andato,ancora giovane....Tania ha detto: "E? morto perchè voleva morire". "Cafetin de Buenos Aires" fu scritta per il film "Corrientes...! Calle de ensuenos",diretto da Roman Vinoly Barreto e Enrique Delfino ed interpretato da Mariano Mores,Yeya Duciel, Judith Sulian, Lydia Quintana, Maruja Roig, Blackie ed altri.

Debuttò sul grande schermo il 29 settembre del 1949.Furono eseguite diverse incisioni della canzone: Osvaldo Cordò (20 luglio 1947) con l'orchestra di Fresedo,Tania (1 luglio 1948) con l?orchestra di Hector Stamponi,Anibal Troilo (8 luglio 1948)con la sua orchestra e con Edmundo Rivero,Piazzolla (25 novembre 1948) con Alberto Fontan Luna.

 
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