testo
di Massimo Di Marco
Tutta la vita con la sua poesia
Tete Rusconi |
|
Tete
Rusconi |
|
|
|
Silvia
Ceriani Tete Rusconi |
|
La sera del 7 gennaio 2010 Pedro
Alberto Tete Rusconi (o anche soltanto Tete) é
stato trovato esanime nella sua casa di Buenos Aires,
nel quartiere Palermo. La sera prima aveva ballato al
Beso e aveva finito la nottata con un immancabile vals
assieme a Silvia Ceriani.
Tete aveva 74 anni o forse di più, non é
così importante. E' invece importante ciò
che ci ha lasciato. I grandi maestri se ne vanno e non
hanno eredi perché i loro allievi non sono la
loro continuazione, non sempre per superbia, quasi sempre
per i loro limiti.
Tete è famoso
per il suo modo di ballare il vals ed è riconosciuto
tra le icone dell'abrazo cerrado. E' straziante notare
come la sua memoria, sparsa per l'universo delle strade
che sono ormai divenute le sorgenti dell'informazione,
non sia arricchita da null'altro. Ma amici, maestri,
allievi lo hanno ricordato con tutto l'affetto possibile
soprattutto in Italia dove ha sovente danzato con Rosanna
Remón, uscita dalla scuola di Rosario assieme
a Marina Fuhr e Osvaldo Roldan poco prima del 1990.
Tete è nato
e cresciuto a Pompeya, un quartiere meridionale di Buenos
Aires dove il tango ha trovato una delle sue culle,
appiccicata a Barracas che é incollata a la Boca.
E' molto affollato, tutti erano e sono poveri, molti
poveri non erano e non sono sono santi.
Le attrazioni dei ragazzi erano la solita palla di pezza,
le giacche erano usate per fare le porte. Poi c'era
la gara a chi tirava più lontano un sasso o un
mattone. Erano tutti senza soldi e ogni tanto si picchiavano
come se fosse un gioco. Tete faceva quattro soldi come
strillone, accompagnava i turisti che cercavano un albergo
o una sala da ballo.Le cose sono cambiate quando in
Argentina é arrivato il rock and roll.
I ragazzi hanno
cominciato a ballarlo per le strade e poi nelle sale
dove ogni tanto venivano organizzate gare di quartiere
e campionati cittadini. Tete era un fulmine, aveva un
senso musicale eccezionale e per cinque anni consecutivi
é stato il campione di Buenos Aires. Ma il rock
and roll non é stata l' unica passione riservatagli
dal destino. Anzi, é stato un passatempo di passaggio.
La casa di Tete era nel cuore del quartiere, all'angolo
tra Calle Tabaré e il lungo viale Centenera.
Da qui attraverso la Avenida Saenz si arrivava presto
in Calle Beazley e al numero 3566 di questa strada c'era
il Bar El Chino che é oggi la gloria di Buenos
Aires.
El Chino Garces
l'aveva aperto nel 1937, all'inizio era una latteria.
Nel quartiere non ce n'erano molte, i guadagni erano
buoni e tali da incoraggiare l'acquisto del negozio
accanto.
|
Fa buttare giù il muro ed apre un negozio di
genere alimentari. Ottiene anche la licenza per vendere
le bibite. Resta uno spazio dove chi vuole può
andare a suonare la chitarra o anche cantare. Questa
é stata un'idea del figlio del Chino, Jorge Eduardo,
che amava cantare e cantava i tanghi.
Il locale era diventato,
giorno dopo giorno, un appuntamento di cantanti, musicisti,
giornalisti, scrittori, poeti.Nel 1950 tutti quanti
si trovano riuniti in un "Cenacolo degli amici"
di cui tutta Buenos Aires parla. Anche
gli aristocratici possono frequentarlo, la porta è
sempre aperta e non c'é l'obbligo di bere qualcosa.
Tete comincia ad andarci tutte le sere, si nasconde
nell'angolo più buio del locale ed ascolta.
Una sera arrivano due che si
mettono a ballare. Alla fine del tango l'uomo si presenta,
dice che è un maestro e che si chiama Tin.Tetè
gli dice che vorrebbe provare, non può pagarlo
ma può fare dei lavori, pulire i vetri, scopare
il pavimento, lucidare le scarpe. Tin fa parte del
"Cenacolo", tutti si sentono uniti in quella
specie di Circolo del Tango, sono veramente amici,
si sentono legati da affetto. Tin é felice
di insegnare il tango a Tete. Forse mette assieme
al tango un po' del suo rock and roll, forse è
anche inutile farsi delle domande. Tetè si
muove sfiorando il pavimento, é elegante, agile,
è divorato dalla musica. Comincia a frequentare
le sale del tango, il suo vals non passa inosservato.
Jorge Eduardo Garcés il 21 agosto del 2001
muore. Pochi mesi dopo muore anche il padre. Il locale
viene messo in vendita ma non ci sono richieste, forse
è troppo caro, oppure la strategia di vendita
ha degli errori.
Il caso vuole che capiti al Bar El Chino un parente
dei Garcés, Josè Sacristan, un attore
spagnolo piuttosto famoso. Le pareti del locale sono
ammuffite e sgretolate, il pavimento é sconnesso.
Ma alla sera gli amici del Cenacolo sono lì,
in silenzio, aspettano che José Sacristan dica
qualcosa.
L'attore sale su un tavolo. Dice:
-Ragazzi, amici, io sono troppo innamorato di questo
bar, mi sento a casa mia, questo é il mio sogno.
Noi andremo avanti perché io sento che il vostro
cuore è qui che batte assieme al mio...
Tutti si stringono la mano. Tete si rende conto che
la sua è un po' piccola, all'inizio esita.
Ma poi si getta nella mischia e il suo maestro, Tin,
lo abbraccia.
Arrivano al Bar El Chino anche le donne, sia di Pompeya
che del Parque Patricios. Il locale diventa un ritrovo
di giornalisti e poeti. L'Argentina è davvero
un grande teatro del fantastico.
Qualche anno dopo chissà cosa gli è
venuto in mente. Sente dire che un ballerino ha un
record di resistenza, che ha ballato per 102 ore consecutive
alternando la dama. Forse gli interessa il premio
in palio, un bel po' di denaro. Balla per 137 ore,
cioè 5 giorni quasi 6. Non si conoscono i dettagli,
si può solo sperare che ogni tanto gli abbiano
allungato qualche rifornimento.
Ha 18 anni e sua madre, di origine italiana, é
li che lo aspetta. Gli ricorda che i primissimi passi
di tango glieli ha insegnati lei e che dovrebbe adorare
Osvaldo Pugliese. Tetè ha in mano il trofeo
di Campeón de Danzas de Salón. Attraversano
mezza Buenos Aires a piedi, la madre lo precede di
qualche passo per fargli spazio tra la folla. Tetè
ha un vaghissimo ricordo: " Dormivo in piedi,
mi piaceva vedere mia madre tanto felice".
Aveva trovato un impiego presso il Municipio ed é
stato anche nella Polizia. Nei ritagli di tempo ballava,
dava lezioni, tornava a ballare sino all'alba ed alle
8 in punto saltava giù dal letto.
Non aveva una sua ballerina,
come tanti. E come tanti non sapeva dove andare a
far pratica, studiare qualche passo, provare e riprovare.
Senonché nel quartiere dal 17 gennaio del 1937
era stato fondato il Club Social y Deportivo Franja
de Oro. L'idea era di mettere in piedi una squadra
di calcio ma siccome nessuno aveva soldi la squadra
giocava con la maglietta del Boca Junior. E poi c'era
la questione della sede, almeno una stanza con quattro
sedie. La famiglia Mesa hanno messo a disposizione
una saletta al 4681 di Calle Iriarte. Ma gli iscritti
erano 120, troppi. Al 4750 della stessa strada c'era
una grande villa abitata dai Karasoff che ha messo
a disposizione le sue sale. Una parola tira l'altra
e i Karasoff decidono di mettere in piedi una vera
associazione sportiva: non c'era solo il calcio, c'era
la ginnastica, il culturismo. Un mucchio di cose,
persino il calcio femminile. E soprattutto c'erano
le feste da ballo nelle quali, appena l'hanno saputo,
i ragazzi del quartiere si sono tuffati a pesce. Ma
che delusione !Invece delle donne c'erano i gay. Era
tutto un mondo capovolto, le ragazze pensavano ai
gol e i ragazzi si mettevano i reggiseni finti e le
gonne. Bisognava adattarsi ed essere anche carini
altrimenti niente tango. Tete si metteva al collo
un fazzoletto rosso per farsi notare, gli andava abbastanza
bene. Ma dopo un po' di volte tutti quanti hanno deciso
che quella situazione era insopportabile. Si sono
accontentati dei saloni della domenica con le ragazze
accompagnate dalle mamme.
La vita di Tete scivolava tra il lavoro e la milonga
secondo una routine quasi noiosa condita anche da
un bel po' di pigrizia. Chi avrebbe immaginato che
a 54 anni lo scenario nel quale aveva vissuto fino
a quel momento sarebbe esploso d'improvviso sino a
proiettarlo in un'esistenza del tutto nuova, inimmaginabile
così tanto impensabile? Tete è rinato
a 54 anni quando ha incontrato una donna straordinaria,
Maria Villalobos. La loro intesa nel tango era invidiabile
e ad entrambi piaceva essere ammirati in milonga,
così si allenavano spesso. Ma non cercavano
figure o chissà quali passi quanto il loro
tango, la fluidità delle movenze, l'aderenza
alla musica. Ballavano abbracciati prima che il tango
abbracciato venisse codificato come l'abrazo cerrado.
Capita che a Buenos Aires arrivi una donna tedesca
e sottile che aveva 4 anni più di lui, un viso
dalle mille espressioni. Era Philippine Bausch, chiamata
soltanto Pina, una delle non tante coreografe di fama
mondiale che abbia inserito nei suoi lavori il tango,
alla guisa di Maurice Béjart, Jiri Kylian,
Sidi Larbi Cherkaoul. Ma Pina Bausch era un poco diversa,
forse perchè cresciuta nella Folwang Hochschule
di Essen diretta da Kurt Jooss, allievo e divulgatore
delle teorie estetiche della danza espressionista
promosse da Rudolf Von Laban. Prima ballerina e poi
coreografa di spettacoli mirati alla dura critica
della società consumistica, d'improvviso nella
sua danza c'é una rivoluzione. Ora cerca la
visione intima della coreografia e dei suoi danzatori
ai quali chiede interpretazioni personali e di danzare
i loro sentimenti. I suoi spettacoli vanno in scena
al Colon, le danzatrici sono nude sotto veli bianchi
o rosa, i ragazzi indossano mutandoni di jersey.
Un giorno vede Tete in
una milonga, vede sprigionare la sua anima, non frena
la sua commozione, né le sue lacrime. Gli chiede
se vuole andare a Wuppertal, dove ha la sua scuola,
ad insegnare tango ai suoi allievi.Tete e Villalobos
fanno la valigia ed entrano in un mondo irreale. Non
comprendono la danza di Pina Bausch e sono atterriti
dall'idea che chieda a loro di danzare completamente
nudi per lasciare che la loro espressività
sia il solo abito visibile. In genere ballano Malandraca
o Desde el alma. Li ballano sempre con il loro stile
ma in modo diverso, l'improvvisazione li diverte e
Pina Bausch sogna ora una danza dove ognuno può
creare il proprio movimento, rivelare la loro nudità
più vera, che non é più quella
coperta da una veste.
|
|
|
Tete e Pina
Bausch |
Tete e Silvia |
Tete e Rosanna |
|
|
|
|
|
Tangueros
& Tangueras |
|
|
TETE RUSCONI
Tutta la vita
con la sua poesia |
|
|
OSVALDO
ZOTTO Il
maestro che ha insegnato l'amore per il tango vero
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Lettera
di Tete a tutti
Cari amici, nel
2006 Tetè spedì una lettera rivolta
a tutta la comunità tanguera del mondo.
Sono felice di presentarla alla vostra attenzione,
anche se molti di voi già la conosceranno.
E' stata pubblicata sul numero 68 di TyCP, Tango
y Cultura Popular, pubblicazione elettronica mensile
della Asociación Civil Intertango (Rosario)
diretta da Ricardo Schoua.
"Oggi 9 gennaio
2006 vorrei chiedervi qualcosa con la cortesia
ed il rispetto che sento per tutti voi. Questo
non è un rimprovero per nessuno, ciò
che desidero è che tutta la gioventù
e tutti coloro che ballano tango capiscano le
mie ragioni : Non si deve camuffare il tango da
nessun punto di vista, poiché questa musica
così appassionante ci dà vita, energia,
piacere, al punto di farci sentire meglio.
Dopo aver trascorso
molti anni ad osservare ballerini e maestri, penso
non sia giusto il ripetersi di tanti errori nell'insegnamento,
così come nelle esibizioni.
La mia idea è la seguente: da sempre so
che è la musica la base principale del
tango. Così come è basilare apprendere
a camminare con essa, seguendo il ritmo, la cadenza.
Non posso negare che vi sia una tecnica quando
si balla, però sarebbe preferibile che
si insegnasse a ballare più liberamente,
a ballare per se stessi.
Qui sta il divertimento...
Nessuno avrà il potere di condizionarci
osservandoci, se siamo consapevoli che stiamo
ballando per noi stessi.
Sulla base di questo, ritengo che molti stiano
trasformando il tango con qualcosa che non corrisponde
alla verità, poiché il tango è
musica e non inizia con i passi, né dobbiamo
commettere l'errore di non insegnare come camminare
differenti ritmi musicali, al fine di poter riconoscere
ogni orchestra.
Molta gente che
sta insegnando dovrebbe, prima di tutto, apprendere
a ballare il tango, per poter insegnare e dare
tutto di se stessa, per non defraudare i propri
allievi e compromettere la propria immagine di
insegnante.
Il tango non è
un affare, anche se molti lo vedono in questa
ottica. Il tango è parte della nostra vita,
parte dei nostri nonni, padri, madri, fratelli,
amici. E' la nostra vita. Non dovremmo seguitare
a confonderci così tanto, dovremmo ritornare
a riconquistarlo, considerando che stiamo rischiando
di perderlo per non averlo rispettato.
Cari amici, ballerine
e ballerini, poiché ciò che state
facendo rappresenta uno sforzo in più nella
vita di ciascuno di voi, per rispetto di voi stessi,
nelle vostre esibizioni sarebbe opportuno ballaste
più tango e meno acrobazie, ballet o altro
che non sia tango.
Non voglio pensare che persino con le esibizioni
pensiate di dover competere; sappiamo che ogni
coppia dovrebbe creare il proprio stile, inoltre
non si dovrebbe ballare musica che non sia tango.
In ciò chiedo che non mentano a se stessi
e alla gente.
Alla comunità tanguera d'Europa e del resto
del mondo, do un consiglio : mi piacerebbe che
aprissero gli occhi su come apprendere a ballare,
mi rivolgo principalmente agli organizzatori degli
stages e ai professori, lo dico con il cuore,
desidero che sappiano che quando si organizza
un evento, se si vuole insegnare in maniera consona,
è necessario invitare i migliori ballerini
e maestri.
Senza la musica, la cadenza, la postura, l'equilibrio,
a niente servono i passi e per questo abbiamo
necessità di maestri e professori autentici.
Così che,
dal fondo del mio cuore, con un po' di tristezza,
vorrei rifletteste su ciò e se avete qualcosa
da dirmi o lamentare potrete farlo a mezzo rivista
o in qualunque altro modo, anche di persona, io
frequento le milonghe e quando mi si incontrerà
mi si interpelli, io risponderò , risponderò
a tutti, non abbiate timore, non lascerò
alcuno senza risposta, però, per favore,
si cambi sistema, si determini un sistema nel
quale tutti possiamo sentirci allegri, dove possiamo
ballare il tango, dove possiamo sentirci felici
e dove si possa vedere molta più gente,
senza necessità di vendere ad essa nessuna
bugia in più.
Mando a tutti un bacio e un abbraccio e spero
che questo nuovo anno che è appena iniziato
sia il più felice per tutti
Grazie
Tete"
Traduzione e cortesia
di
Nicola De Concilio
diffusa da malena@yahoogroups.com
(marzo 2010) |
|
|