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testo di Massimo Di Marco

Il tango delle tane

El Conventillo di Milano come testimonianza della genuinità delle milonguitas

Villa Pallavicini
 
Villa Pallavicini
 
Villa Pallavicini

El Conventillo Quattro donne e un uomo sono vicini di ringhiera nella Milano di periferia, dove adesso il Viale Padova si allunga tra le braccia delle tangenziali. Parlano della cultura che hanno in pochi ma che dovrebbe essere il diritto di tutti. Un giorno leggono il cartello "Affittasi" sul cancello di una antica villa che si alza di fianco allo scorrere del Naviglio che la città nasconde sotto le strade per lasciarlo riemergere a Porta Ticinese dove ci sono ancora qualche zattera e anche qualche barca.

La Villa Pallavicini, dove adesso si balla il tango un sabato al mese, ha il cancello d'ingresso al 3 di Via Meucci. Non è bella perché ha le rughe dell'età avanzata, però é affascinante, racconta epoche lontane come quelle cartoline in bianco e nero che i collezionisti trovano nei mercatini. Era il 1996. I cinque amici leggono quel cartello e sono catturati dal sogno di prendere in affitto la sala grande che dà sul giardino. Mettono assieme soldi e follia e fanno nascere l'Associazione Culturale Villa Pallavicini che poi diventerà Associazione Culturale di Promozione Sociale. I progetti salgono uno sull'altro: una biblioteca, una scuola d'italiano per gli immigrati, serate di musica, di poesia, di tante cose e di tango (che è danza popolare e cultura) l'icona di una Buenos Aires che l'ha visto crescere nei suoi quartieri più trasandati. La sala grande non è più così grande quando si mettono dei tavoli tra cose che non si vogliono perdere perché sarebbe come perdere la memoria, la vecchia radio con l'occhio magico, una statua, mobiletti e lampade.

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gente di tango El Conventillo

Milano, Via Meucci 3,

Telefono

02.2565752

Nello spazio che resta il tango abbracciato incrocia abilità diverse, l'affollamento é disciplinato dalla buona ronda, la regia musicale è di Flux and the city, che sarebbe Silvano, tanguero colto. Accanto alla porta, ma un po' prima, é consentito l'assalto alle torte. E poi si passa dal bar per un bicchiere di qualcosa.
In una cittadona come Milano e dintorni dove, con alcune storiche eccezioni, il tango é entrato nei saloni lucenti del ballo liscio e nelle discoteche, Villa Pallavicini appare come una scorciatoia per arrivare a Buenos Aires magari con l'autobus. Gli argentini ritrovano la loro casa, l'atmosfera, il tango come lo si balla là da cent'anni.

Un sabato al mese la Villa cambia nome e si chiama El conventillo, metafora di un luogo d'incontro sia pure formato francobollo.
Si pone come la testimonianza di tante "Ville Pallavicini" sparse dalla Valle d'Aosta alla Sicilia dove il tango ritrova i suoi sapori nelle tane più disparate. Il tango in Italia ha generato passioni che non c'erano, ritagli di emozioni in una società generalmente di ghiaccio. Giovani o diversamente giovani (in prima fila donne) hanno inventato posti per ballarlo rubandolo agli scantinati, ai bar, anche ai negozi. Nelle stanzette la luce della lampada é smorzata da un riparo blu, qua e là qualche candela, le casse per la musica, non sempre limpida ma non importa. Sedie a turno, quando fa freddo una è riservata ai giubbini e ai cappotti. La fatica di autogestire un tango- famiglia é compensata dal tango stesso e dalla voglia di tenersi lontano dai saloni organizzati con i piatti, la pizza e i dolci. E' come ritrovare un tango delle origini, pur non sapendo con esattezza come fosse, ma se ne intuisce la genuinità.

Non è cos' solo in Italia. Ad Amsterdam un garage-officina predisposto per due macchine da città, una volta alla settimana diventa una milonguita con tre sedie e la scatola musicale appoggiata sulla cassetta dei ferri. Nemmeno i taxisti ci sanno andare perché non la riconoscono come tangueria, però i tangueros (non solo di Amsterdam) la trovano. A Parigi sono sparse per la città salette dove il tango esce dalle dita di un pianista. In Germania c'è l'abitudine di utilizzare piccole palestre.In Gran Bretagna, grande madre del ballo, é facile trovare sale di tutti i formati dietro i bar. Non solo a Londra o Edimburgo, persino nelle isolette della Manica, tipo Jersey.
Nella stessa Argentina, a parte Buenos Aires, sorgono ai bordi delle città tante milonguitas di quartiere.

Questo tipo di tango in ambienti dove la tappezzeria non ha importanza ha un grande cuore argentino dove tanti cuori più piccoli battono tutti assieme. Da ancora prima del 1900 emigranti da ogni parte del mondo, che andavano a cercare una casa proprio nei quartieri più poveri, hanno collaborato alla crescita del tango offrendo la loro sensibilità musicale. Le radici sono rimaste a Buenos Aires, Rosario, Cordoba o Mendoza, ma i rami si sono allungati al di là del mare portando una cultura che è piaciuta quanto basta per far sorgere realtà nuove. Grandi o anche piccole, come le famose botti.

(mdm- ottobre 2011)

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