Ricordato Carlos Gavito il 5 luglio con
una lunga notte di danza e poesia al Giardino del Tango
affollatissimo
Massimo Di Marco Ricordato Carlos Gavito
il 5 luglio 2008
con una lunga notte
di
danza e poesia
al Giardino del Tango affollatissimo
Antonio Lalli alla consolle
Simone
Matteoli e Marianita Menzione
Antonio
Lalli e Paola Palaia
La lunga notte di Carlos Gavito ha sfiorato l’alba,
quando ancora al Giardino del Tango –
tra le più tradizionali di Roma - le coppie si
tenevano abbracciate. I tavoli erano esauriti da due
settimane ed era diventato difficile trovare anche un
posto in piedi. Roma ha amato Gavito e ha voluto ricordarlo
con tanti altri arrivati un po’ da tutta Italia
e da lontano. Difficile dire quanti, forse un popolo
complessivo di 250 partecipanti, compreso qualche principiante
ma anche qualche maestro (come Marcelo e Roberta Buoni)
e qualche tanguero argentino che vive a Roma o nelle
vicinanze.
La musica è sempre
stata quella che Gavito ha amato di più, compreso
qualche vals molto bello che di solito non ballava perché
diceva che non era veramente porteño. Ma Desde
el alma lo commuoveva, gli faceva venire in mente la
ragazzina (Rosita Melo, poi famosa)che a 14 anni andava
a strimpellare il pianoforte in un Conservatorio, fuori
dall’orario delle lezioni, con il proposito di
regalare a mamma Rosa ( italiana come papà Michele)
per il giorno del compleanno una sua composizione. Alla
consolle c’era Antonio Lalli, infaticabile regista
dell’evento, che ha conosciuto Gavito nel giugno
del 2000 quando girava il mondo con la compagnia di
Forever Tango.
A Roma faceva tappa
al Sistina, prima dello spettacolo ( la sua partner
era Marcela Duran) c’era tutto il tempo per uno
stage, avvenuto proprio al Giardino del Tango. Un successo
straordinario. Il primo ad esserne travolto è
stato il maestro Antonio Lalli che da quel giorno ha
cambiato tanto il modo di ballare il tango che di insegnarlo.
Lo stile milonguero – ma è meglio dire
lo stile-Gavito – da allora ha avuto a Roma un’infinità
di discepoli (anche presso altre scuole) : non c’è
da meravigliarsi di un tutto esaurito per ricordare
la sua magìa. Gavito è scomparso a Buenos
Aires il 1° luglio del 2005 : la sua vita avventurosa
ed il suo tango sono stati raccontati in un libro ormai
quasi introvabile scritto da Massimo Di Marco e da Monica
Fumagalli.
Di Marco ne ha parlato,
soprattutto a favore dei nuovi tangueros, soffermandosi
anche sul rapporto poetico che Gavito aveva col tango,
sulla sua genialità creativa, sul suo pensiero
artistico. Il tango gli ha proposto, quando ancora era
un ragazzo, una complicità dal quale non si è
mai più staccato ma è un fatto che Gavito
con la sua sensibilità avrebbe potuto essere
un grande pittore o un grande poeta. La parte tecnica
del libro, il suo tango, magistralmente descritto da
Monica Fumagalli, non è certo un manuale. Ma
forse qualcosa o molto di più: un concentrato
di stages, un percorso insostituibile per chi vuole
ballare il tango nello stile di chi l’ha creato.
Il libro è stato
proposto con una novità che l’ha notevolmente
arricchito: in dono sono stati distribuiti 2 CD che
raccolgono 24 tra i tanghi più amati dal Maestro.
Una produzione minuscola e artigianale, però
carina e con il merito di riunire tanghi scelti altrimenti
distribuiti in chissà quanti CD o addirittura
dischi in vinile. Nella filosofia tanguera di Gavito
c’era un rispetto quasi religioso per la milonga.
Ballare all’indietro, ballare con le scarpacce
da tennis, ballare in jeans, ballare eseguendo figure
tranciagambe?
Quando è venuto
in Italia nella primavera del 2005 un giorno si è
seduto al tavolino di un albergo milanese, non lontano
dal celebre Caribe di Via Procaccini, ed ha scritto
Il Galateo della Milonga, pubblicato da Tangocaffe
e poi ripreso e stampato in un’elegante versione
volantino da Lulamiao, la musicalizadora dell’Esquina
(zona stazione Garibaldi) e non solo. Antonio Lalli
ne ha fatti stampare un bel mucchio, li ha distribuiti
a tutti invitandoli al passaparola. Su un grande schermo
dall’inizio alla fine sono state proiettate
le performances più famose di Gavito, principalmente
con Marcela Duran e Maria Plazaola.
La raccolta di quelli
che sono ormai considerati come dei documenti è
stata curata da una tanguera, Viviana Maccagno ( detta
Vivy) specializzata in montaggi video e servizi fotografici.
Non è stata l’unica volontaria dell’evento
al quale si sono dedicati con passione Cesare Magrini
(Tangonews), l’attrice Jitka Frantova Pelikan,
il poeta Alfredo Liberatori, i ballerini Simone Matteoli
e Marianita Menzione, oltre a Paola Palaia che con
Antonio Lalli hanno deliziato la sala interpretando
i famosi Don Agustin Bardi e Café Dominguez.
Si è così composta con l’obiettivo
del tango una specie di grande famiglia, un concetto
che Gavito adorava: tutti assieme per uno scopo. Simone
Matteoli e Marianita Menzione sono di Pisa dove conducono
una milonga e insegnano. Sono stati allievi prediletti
di Gavito tanto che quando, per motivi legati alla
sua malattia, non ha potuto partecipare nel 2005 al
Festival di Lubiana, ha dato loro l’incarico
di rappresentarlo: con una esibizione strabiliante
che ha generato una coda di bis.
Nel loro tango lo stile-Gavito è in effetti
visibilissimo, in alcuni momenti sovrapponibile, ad
esempio nelle esitazioni e nelle accelerazioni sul
giro. Ovviamente Simone ha interiorizzato Gavito in
uno stile proprio, capace di conquistare l’attenzione.
E Marianita (detta Roccia) ha una tecnica e un’eleganza
impostate sulle movenze di Maria Plazaola. Antonio
e Paola sono affiatatissimi e con tanto tango nelle
vene: si muovono rievocando un Gavito porteño
e universale con quella leggerezza che è tipica
di chi vive assieme al tango tante ore di ogni giorno:
il repertorio è ricchissimo non solo di movenze
ma anche di sfumature e ( per quanto riguarda Paola)
di graziosi adorni.
Il tango è soprattutto cultura del tango.
Antonio Lalli ha avuto l’idea di affidare all’attrice
Jitka Frantova la recita di una poesia e delle letra
di Milonga para Gavito di Carlos Morel
La poesia è stata scritta da Alfredo Liberatori
che ne ha poi recitata un’altra, sempre di suo
pugno, ma questa volta in romanesco, come vuole una
delle più belle tradizioni letterarie romane.
Tutto è stato bello e indimenticabile.
(mdm- luglio 2008)
Guarda: Alcune foto
della lunga notte e i filmati delle esibizioni
di Antonio Lalli-Paola Palaia e Simone Matteoli-
Marianita Menzione in un montaggio di Stellina.
Al Giardino del Tango
c’era anche Claudia Nizza.
Disegnatrice, pittrice? Meglio dire artista:
con un talento straordinario, uno stile personalissimo
distante da qualsiasi etichetta. Nel 2005 ha pubblicato
Tango,
(edizioni Geva), una raccolta di disegni che
ha dedicato a Carlos Gavito.
Il suo ritratto è
questo,
preceduto da queste parole:
…alla figura di Carlos Gavito, scomparso in
questi giorni, affinché il suo progetto di
ballare a Parigi nel Giardino di Rodin tra le sculture
che lui tanto amava, possa realizzarsi comunque nella
nostra immaginazione di sognatori, ballerini e pittori
di tango.
(la
pubblicazione di questo disegno, autentica opera d’arte,
avviene con l’autorizzazione dell’autrice
che ringraziamo anche a nome di tutti coloro che lo
stanno ammirando)