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Crema,
11 febbraio 2005. Lezione di postura, come i corpi
si appoggiano secondo l'idea di Gavito |
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18 febbraio 2005.
Gavito canta un tango
sul sagrato di una chiesa
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Catania, 18 febbraio 2005.A spasso per la città:
Tiziana e- fra Gavito e Maria- uno dei maggiori
trascinatori del tango catanese, il professor
Ennio Bousquet, tanguero e musicalizador. E' divenuto
assieme a Tiziana un buon amico della famiglia
Gavito
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Catania, 18 febbraio 2005.
Carlos Gavito al Capannone.
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Catania, 18 febbraio 2005.
Un gesto di tango davanti all'albero più
antico della città
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La sera del suo arrivo a Roma da Catania, Gavito
appare in buona forma. Sabato notte la sua esibizione
con Maria in Via dei Serpenti 32 sarà l'ultima
della sua vita, ormai breve. Tutti la ricordano con
un'esplosione nel cuore: splendida, una pagina d'arte.
C'erano 200 persone. La serata inizia con qualcosa di
preoccupante che fortunatamente si trasforma presto
in un sorriso.
Una signora non si sente bene ed una voce dice forte:
- C'è un medico?
Si fanno avanti in due. La signora ha un'allergia per
i funghi ed un'insalata appena sfiorata è stata sufficiente
per farla salire sull'ambulanza. Le notizie sono subito
rassicuranti e Gavito che aveva osservato tutta la scena
in piedi quasi in mezzo alla sala non nasconde il più
classico degli scongiuri.
- "Accidenti, ho pensato che cercassero un medico
per me..." Sorrisi. Trentacinque minuti dopo la
mezzanotte Gavito vuole parlare. Parla di sé e del tango
per un quarto d'ora. Tutti lo ascoltano in silenzio,
Gavito parla un italiano arruffato ma chiaro, è affascinante
e come sempre qualcuno si commuove. Poi invita Maria
a ballare. Il primo tango, dieci minuti all'una, è Pa'
que bailen los muchachos, di Anibal Troilo. Il
secondo, quattro minuti dopo, è Don Agustin Bardi,
orchestra di Osvaldo Pugliese. Il terzo, preceduto da
qualche parola, sembra un simbolo: E' El adios,
orchestra e voce di Angel Vargas. L'una è passata da
cinque minuti. Luciano Donda e Roberta Buoni, gli organizzatori
del weekend, hanno ricostruito questa testimonianza
con molta precisione. Tutti e due, ballerini e insegnanti
di grande talento oltreché attori, non potranno
mai dimenticare la bellezza del ballo di Gavito e Maria,
ma sono rimasti colpiti soprattutto a tango che Gavito
ha ballato il giorno dopo, inatteso, fuori da qualsiasi
programma. Al Centro Mimma Testa si svolge la seconda
parte dello stage. Gavito sta usando un CD che si è
portato da Buenos Aires. Ci sono dei tanghi di Vargas
e di Pugliese. Interrompe la lezione, chiama accanto
a sé Maria, la abbraccia e balla invitando chi
ce l'ha a riprenderlo con la videocamera. Il tango scelto
è Cualquier cosa, parole e musica di
Juan Miguel Velich e di sua figlia Herminia. L'orchestra
è diretta da Armando Lacava, la voce è
quella di Angel Vargas, il pezzo è del 1927.
Roberta Buoni dice: "E'
stato bellissimo e commovente". E' stato il suo
ultimo tango. Luciano Donda poi ricorda: "Verso sera
ha detto di sentirsi stanco, ci ha fatto andare in una
piccola stanza e ci ha parlato come se ci consegnasse
il suo testamento. Non stava bene,
durante la notte in albergo ha chiesto aiuto e al mattino
del lunedì Maria e Roberto decidono di farlo ricoverare
in un ospedale anche con il consiglio e l'appoggio degli
amici catanesi. E' stato portato al San Camillo-Forlanini,
sulla Portuense. Le cure immediate sembrano rimetterlo
in sesto. Recupera energie, può ricevere gli amici,
non solo romani, che vogliono vederlo. Poiché è escluso
che possa partecipare al Festival di Torino dal 24 al
28 marzo, Helen ed Evita che progettavano di incontrarlo
lì, volano invece a Roma. Lo trovano addirittura brillante.E
cosi ritornavo in Scozia. Gavito si toglie le flebo
e trasforma la sua stanza in una milonguita. Balla.
Improvisa una lezione alle infermiere. E' l'ultimo giorno
di festa di quello che sta diventando il suo calvario.
Arriva una crisi preoccupante. La diagnosi è di tre
emoraggie alla testa. Gavito e Maria, che non lo abbandona
un istante, vogliono tornare a Buenos Aires. Gavito
dice ai medici:" Voglio andare a morire lì".
I
medici sono in dubbio se rilasciare il benestare ma
i risultati contrastanti tra una tac e una risonanza
magnetica li portano a dimetterlo. Il 30 marzo partono
da Roma per Milano-Malpensa. L'aereo che decolla alle
18,30 a causa del maltempo atterra a Milano alle 20,30.
Maria fa appena in tempo a recuperare una valigia. E'
pallida, stanca. Aveva chiesto che Gavito venisse accolto
da un'ambulanza ma non si è visto nessuno. Nell'ambulatorio
della Malpensa gli viene praticata un'iniezione. Poco
dopo le 21 l'aereo si alza verso Buenos Aires.
Il 2 e 3 aprile Gavito era atteso a Lubjana per il Festival.
Delega all'esibizione i suoi allievi di Pisa, Marianna
e Simone che hanno studiato con lui per cinque mesi.
Marianna porta a Lubjana anche un messaggio di Gavito
registrato su un nastro. A Buenos Aires una risonanza
magnetica conferma la diagnosi che lo stesso tipo di
macchina aveva fatto formulare a Roma. Gavito deve essere
nuovamente operato. Dopo una settimana le cose cambiano,
ora viene dichiarato non operabile. Molti amici vanno
a trovarlo. Si avvicina il 27 aprile, il giorno del
compleanno. Osvaldo Zoto e Lorena vogliono festeggiarlo,
organizzano una serata speciale al Sunderland.
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