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Il tango a Buenos Aires
La differenza fondamentale fra la maniera
di ballare dei milongueros di Buenos Aires e quelli del
resto del mondo è la musicalità, il raffinamento
del proprio ascolto permette di essere personali e creativi;
simmetricamente non esiste nulla di più personale
- nel bene e nel male- del proprio ascolto.
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C'è chi
fatica ad ascoltare il ritmo e non cammina a tempo; c'è chi
ascolta bene ma non riesce a muovere il corpo a tempo; chi invece
comincia a muoversi seguendo il tempo musicale ma prima o poi lo
perde (forse per una figura complessa o veloce) per riacquistarlo
strada facendo in un inseguimento permanente. Credo si tratti di
una ampia maggioranza. Altri vanno a tempo nel tango ma non nella
milonga o viceversa. Insieme a Leticia abbiamo messo a punto
una serie di esercizi ritmici e di guida all'ascolto -individuali
e alcuni di gruppo- che precedono il ballo di un tango specifico
scelto allo scopo. Si procede con un riascolto del brano introducendo
nuovi elementi -compresa la traduzione del testo- e segue un nuovo
ballo ...
Evitiamo il più possibile
di mostrare la nostra maniera di interpretare la musica, per evitare
che facciano una copia, ci limitiamo a suggerire -ad ogni livello-
determinati passi per poter interpretare ad esempio un controcanto;
spesso si tratta di figure assai semplici, ciò che prevale
è l'opportuno utilizzo degli stessi.
Il passo o l'abbellimento
o la pausa, che possono apparire poco significativi piazzati a caso
nel brano, acquistano una profondità ed efficacia espressiva
insospettata se invece appaiono con grande precisione inseriti in
un punto preciso della struttura musicale del brano: quando questo
accade si avverte un entusiasmo in chi guarda ... mi correggo: in
chi ascolta il movimento della coppia.
Le difficoltà sono molte,
come il percepire sempre meglio la musica senza saper tradurre l'ascolto
in movimento. Alcune donne riferiscono - con la novità della
comprensione del testo- di sentire forti emozioni sentendosi al
contempo impotenti nell'esprimersi, questo comprende anche una sensazione
di non essere in sintonia col proprio partner: sembra che la maggiore
profondità che ti dona l'ascolto esige anche una maggiore
comprensione e intesa all'interno della coppia.
La foto strappata
Ascoltando un tango cantato possiamo -come fanno gli attori- adoperare
le emozioni evocate dalla piccola storia che ci viene raccontata
. Mi viene in mente Placido Domingo quando, dopo una bella recita
di Tosca al teatro Colon di Buenos Aires, forse per scherzo un produttore
gli propose di incidere una serie di tanghi, dopo aver saputo che
il tenore segretamente ne coltivava alcuni.
-Sono pronto, incidiamo subito!
Hanno pensato che fosse uno scherzo, erano le tre di notte!
Svegliaronoi i tecnici e si recarono in sala di registrazione, il
CD non ebbe un grande successo fra i porteños ma è
molto suggestiva l'idea di tango di Placido: un' opera è
un dramma che dura tre ore ... un tango è un dramma che dura
tre minuti. |
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In Trasnochando
(musica di Armando Baliotti, parole di Santiago Adamini)
nella versione di Miguel Calò cantata da Raul Beròn,
la voce dal timbro oscuro e ramato comincia raccontandoci
la sua idea di trasnochar (fare le ore piccole), l'incertezza
di attraversare la notte senza rumbo fisso, la complicità
maschile dei compagni ...
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La voce ferma si addolcisce improvvisamente con la frase trasnochando
conoci la mujer che vos sabés. Evidentemente quella donna
lo ha fatto soffrire, e incapace di far fronte in modo adeguato
alla situazione sente il bisogno di chiedere l'aiuto di un amico
che strappi la sua fotografia perché forse egli non ha
il coraggio di compiere questo gesto.Notevole il ritorno alla
voce densa e dura quando dice todo todo lo perdì solo de
ella conservé, esa foto que es de allì y que ya
no quiero ver :ha perso tutto e non vuole più vedere quella
foto.
Un giorno ho chiesto ai miei allievi se qualcuno di loro non fosse
mai stato lasciato.
Significativo silenzio!
Questo dimostra che in realtà tutti noi abbiamo vissuto
abbastanza da poter attingere alle nostre emozioni ed esperienze
mentre ascoltiamo le parole dei tanghi, milongas o vals. Il brano
dovremmo attraversarlo seguendo la maniera in cui l'interprete
colora il timbro della propria voce per raccontarci la piccola
storia: indispensabili sono le pause o gli spazi concessi all'espressività
della donna. Alcuni ballerini rallentano o si fermano quando la
voce si addolcisce o appaiono le note lunghe a lentissime dei
violini ...
Ispanoparlanti
La sfida è come tradurre le proprie emozioni in un movimento?
Si dovrà procedere, con una guida adeguata, con molta
umiltà, incorporando la serie di capacità o soglie
di ascolto.
Chi si interessa seriamente al tango -oltre all'indispensabile
viaggio a Buenos Aires- prima o poi si interessa anche della
lingua, per colmare il divario con gli argentini ispanoparlanti
che sono in grado di capire sempre le parole.
Nulla è tuttavia una scienza
esatta. Perché alcuni ballerini anche dotati di grande
tecnica e virtuosismo possono lasciare una sensazione di freddezza,
mentre altri appena cominciano a muoversi trasmettono subito emozioni?
Sono tutti misteri, possiamo solo cercare di diventare più
profondi e meno superficiali. Una sorta di maleducazione assai
diffusa vede la musica ridotta ad una sorta di tappetino sul quale
spalmare le figure che si conoscono ... Se cambia il tappetino
poco importa, le figure rimangono le stesse, anche se si susseguono
tango, milonga o vals.
Qui subentra la sensazione da parte del ballerino di trovarsi
sempre inadeguato, come sprovvisto di qualcosa, ciò che
lo proietta sul brano come un’occasione per dimostrare a
se stessi e agli altri l’abilità nell’eseguire
le famose figure, più numerose e complesse sono meglio
è. Su questa strada sbagliata inevitabilmente si trasmette
all'esterno il messaggio della mancanza di qualcosa: il linguaggio
del tango ... manca tango!
Per liberarsi da questa
sorta di complesso occorre avvicinarsi all'ascolto e alla musicalità,
per questo sono avvantaggiati gli argentini: ballano prima di
tutto per se stessi e sentono meno il bisogno di dimostrare qualcosa
a qualcuno ...
paradossalmente questo è il modo migliore di farsi notare,
ma solo da chi capisce.
Per questo motivo gli allievi assomigliano
ai maestri, e simmetricamente la scelta del maestro non è
un caso, ogni tanto per scherzo dico che ognuno ha il maestro
che si merita!
Agli antipodi abbiamo i grandi artisti Carlos Gavito e Geraldine
e Javier per citare alcuni che hanno fatto dell'interpretazione
musicale uno dei punti forti delle loro risorse espressive.
In sintesi, muoviamoci di meno ascoltando di più o meglio,
muoviamoci solo se siamo convinti che è la musica -una
esperienza corporale ed emotiva e non solo auditiva- che ci fa
muovere.
(Alfredo Granado- novembre
2009)
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