Perchè è di questo che
stiamo parlando: ballare tango non può essere una
ginnastica o una mostra di figure, è la traduzione
in movimento di ciò che la musica, il compagno, il
momento, lo stato d'animo ci stanno suggerendo. Per questo
io insisto tanto sugli abbellimenti, che non devono essere
presi come una moda ora molto diffusa, ma sono per me lo
strumento che le donne hanno per esprimersi all'interno
e nel rispetto della marcaciòn del ballerino. E'
il momento della libertà creativa della ballerina:
e allora perché non approfittarne?
Qui veniamo all'altra faccia della
medaglia: se la ballerina non ha ben solide le basi tecniche
del suo ballo è quasi impossibile che possa passare
alla fase dell'espressione di sè. Perchè per
arrivare all'abbellimento, prima dobbiamo aver imparato
a stare in equilibrio da sole senza appoggiarci al compagno,
a stare diritte con una buona postura per apparire eleganti
anche quandostiamo ferme, a seguire perfettamente ogni segnale
che il nostro ballerino ci dà, a fare quella cosa
difficile che è poi il tango stesso: camminare con
l'uomo senza mai perdere il contatto con il suo petto ma
leggere come farfalle...
Nella mia formazione
ho seguito lezioni di tecnica con diverse maestre a Buenos
Aires; da ognuna di loro ho avuto informazioni fondamentali
che ho poi sintetizzato per la mia crescita come ballerina
e poi come insegnante a mia volta. L'apprendimento della tecnica
si basa sulla ripetizione in ogni lezione dei movimenti di
base - le camminate, gli ochos, i giri, i boleos - eseguiti
da sole nello spazio. Ad un occhio superficiale la ripetizione
settimanale degli esercizi può sembrare noiosa, ma
solo così si educa il corpo al movimento automatico,
solo in questo modo le informazioni che al principio si accumulano
nella testa ad un certo momento scendono di colpo al resto
del corpo e ci consentono il superamento del gradino... e
nell'apprendimento del tango i gradini da superare sono moltissimi,
quasi infiniti. |
All'inizio le ballerine, anche le già
esperte, trovano grande difficoltà nel mantenere
l'equilibrio da sole, senza appoggio alcuno, mentre interpongono
abbellimenti tra un passo e l'altro della camminata, oppure
mentre "pivotean" negli ochos. Ma io le incoraggio
dicendo loro quello che sostengo da anni: quello che puoi
fare bene da sola lo farai molto meglio con il ballerino.
Perché molto meglio? perché liberate dallo
sforzo di cercare il proprio equilibrio in ogni passo, ci
restano tutto il tempo e lo spazio per rilassarci e godere
della musica, del movimento, dell'abbraccio...
Quando la ballerina è sicura
della propria tecnica può sfruttare al meglio ogni
momento di pausa del ballerino, può rubare sul tempo
per mettere un abbellimento in velocità - io dico
sempre che è facile abbellire sulle figure statiche
o sul tempo lento ma non è da tutte farlo in movimento
e invelocità - ; ma ancora: la ballerina capace può
dolcemente opporsi alla marcaciòn frenetica di alcuni
ballerini (ahimé la maggioranza, sembra) e imporre
per un attimo il proprio tempo: è un dialogo che
deve instaurarsi nella coppia che balla tango.
Mi incanta quando qualcuna delle ragazze durante la lezione
mi chiede se sta riproducendo bene un abbellimento che magari
ha visto fare a qualche ballerina famosa in un video; perché
ogni ballerina di tango deve cercare con curiosità
la propria identità facendo suoi i movimenti e gli
abbellimenti di altre e, perché no?, anche cercandone
di nuovi ed originali.
Io non credo nelle
accademie, non apprezzo le orde di ballerine che arrivate
al momento di scavalcare il piede dell'uomo in parada fanno
tutte in serie lo stesso unico abbellimento che la maestra
ha mostrato durante la lezione. Credo che l'accademizzare
il tango si esattamente la sua lenta morte.
Immaginatevi se tutte le farfalle del mondo avessero lo
stesso numero di
pois!
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