|
Ricardo
Barrios
e
Marina Fuhr |
|
Incontro con Ricky Barrios, un protagonista
di Tanguera
L'attore-tanguero sarà il regista di uno spettacolo
avvenirista del quale sta scrivendo la storia con il
ballerino Esteban Moreno. Intanto parla del momento
più felice della sua vita, quando al Teatro Nacional
ha ballato per la prima volta la milonga con Maria Nieves
In
Tanguera l'attore-ballerino Ricky Barrios è El Rengo
(Lo Zoppo), guardaspalle del ruffiano (Junior) che ucciderà
l'operaio del porto (Juan Paulo Horwat) innamorato di
Mora Godoy. Tutto il canovaccio
della commedia musicale è racchiuso nelle parole scritte
da Samuel Linning per un vecchio tango del 1920 (Milonguita,
di Enrique Delfino) che il regista Pacheco ha però rimodellato
secondo il suo modo di fare spettacolo.
|
Tanguera
è davvero qualcosa di nuovo e di inedito?
Non mi sento di dire che si tratta di una novità, però
è uno spettacolo diverso che il pubblico ha accolto
con entusiasmo e che ha tre notevoli meriti: è corto,
perché dura un'ora e venti, è dinamico e tutti gli attori
sono costantemente sul palcoscenico.
E i tangueros?
Gli attori principali sono tangueros, anch'io recito
e ballo.
Con chi?
Anche con Maria Nieves. Quando è successo la prima
volta è stato il momento più bello della mia vita, in
vent'anni di carriera non ero mai stato così felice.
Cosa balli con lei?
Una milonga, la Milonga de mis amores.
Come balla?
E' piena di energia, è veloce e leggera. E' una
farfalla, è fantastica. Era ferma da cinque o sei anni,
da quando si è lasciata con Copes, ma non l'ha fatto
capire. Maria Nieves è il tango, oggi come ieri, quando
noi eravamo più o meno ragazzi e lei e Copes e anche
Gloria ed Eduardo hanno cambiato la vita dei tangueros
portandoli sul palcoscenico.
E' vero che Tanguera era in un cassetto di Mora Godoy
da più di un anno?
Sì, da un anno e mezzo credo. Ma è normale, è stato
necessario scrivere tutte le parti e anche molti tanghi.
Alcuni sono storici, altri sono stati composti apposta,
la musica è molto bella e le parole di Eladia Blasquez
sono un capolavoro. Direi che Mora Godoy ha volato.
Grande donna?
Oh, sì!
E' lei la Tanguera?
Lei e Maria Nieves sono le regine del palcoscenico,
non era mai successo prima che le donne emergessero
tanto in uno spettacolo di tango.
Si può parlare di tango d'avanguardia?
Tanguera non è la solita storia del tango ma rimane
una storia di tango capace di conquistare il pubblico
con la formula base amore-vita-solitudine, non è una
sfida.
Una sfida?
Voglio dire qualcosa alla Pina Bausch e al suo Bandoneón
di dieci anni fa che certamente è stato un'opera d'arte.
Un grande passo avanti nell'evoluzione del tango che
il pubblico può applaudire o non accettare.
Ma di che cosa stiamo parlando, del ballo o degli
stereotipi?
E' la stessa cosa perché il ballo è sincronizzato
con il ritmo musicale. Il nuovo tango che ormai non
è più così nuovo è nato per ballare Piazzolla che non
parla mai di tango ma di musica di Buenos Aires
C'è una differenza?
La grande differenza è il ritmo. Tutti si sono resi
conto che non era possibile ballare Piazzolla con la
tecnica di prima, bisognava andare a prendere dei movimenti
dalla danza classica o contemporanea. Questo è stato
fatto e adesso l'evoluzione continua.
E' il momento dei nuovi pionieri?
Ci sto provando anch'io con un lavoro che andrà
in scena tra qualche anno e che sto finendo di scrivere
con un altro ballerino, Esteban Moreno. Siamo partiti
dall'idea di allontanarci dagli stereotipi del tango
ed abbiamo fatto Efecto Tango.
E' una storia inedita? - E' la storia dell'Argentina
di oggi, di un uomo che se ne va. Sul palcoscenico c'è
uno schermo sul quale appare in bianco e nero un filmato.
Il protagonista è un uomo che prima di lasciare Buenos
Aires sale su un autobus per fare ancora una volta il
giro della città. Un amico ha organizzato per il suo
addio una festa. Non ha avuto il coraggio di seguirlo
e persino la fidanzata ha deciso di rimanere a Buenos
Aires.
Passioni, dolore, lacrime?
Sarà uno spettacolo nuovo ma il cuore degli argentini
rimane argentino.
(2004)
|