Ada si sente
una diva di Hollywood, acquista un palazzetto a tre piani
nella zona più aristocratica di Buenos Aires, ostenta pellicce,
gioielli costosissimi, come un anello di brillanti donatole
dal marajà di Kapurtala. Possiede una lunga decapotabile rossa
che guida un autista in livrea. Ma spesso vuole rimanere sola
anche al volante oltre che in una società che l'adora e la
corteggia, invaghita di quest'artista così vanitosa, qualche
volta anche eccentrica, non di rado arrogante. Verso la fine
della carriera lavora per Radio El Mundo ma rifiuta la sala
principale, sceglie una sala più piccola.
Sulla porta vuole una "F",
così come sua madre aveva voluto tre "A", si chiamerà Sala
Falcòn e non ci sarà il pubblico. La sua attività di cantante
è frenetica, non riesce ad alternarla a quella cinematografica
dove le proposte sono numerose. Soltanto nel 1934 deciderà
di entrare nel cast di "Idolos de radio" assieme a Ignacio
Corsini, Olinda Bozán, Dora David, Tita Merello. La regia
è di Eduardo Morera ed il successo del film è clamoroso. Nel
frattempo ha inciso centinaia di dischi e continua ad inciderne.
Impossibile elencare tutti i tanghi che ha cantato, si possono
ricordare "Caminito", "Mi noche triste","Cambalache", il vals
"Corazon de oro" e un altro vals che le ha dedicato Francisco
Canaro, " Yo non sé qué me han hecho tus ojos": in questo
titolo c'è l'amore che il grande musicista ha avuto per Ada
Falcón, ma un amore ben diverso da quello che la cantante
ha avuto per lui, vero fino alla follia, sincero, esclusivo,
insospettabilmente drammatico. La prima volta che si sono incontrati Ada aveva
circa vent'anni, Francisco Canaro era prossimo ai quaranta
ed aveva già sposato "la Francese".
Probabilmente Ada aveva ventiquattro
anni quando ha cominciato a frequentare Francisco Canaro e
la loro storia, tra il 1929 e il 1938, è stata felice. Ha
cominciato a precipitare subito dopo, quando Ada gli ha chiesto
di divorziare. Pare che il musicista fosse d'accordo ma ha
voluto consultare il suo avvocato sull'argomento soldi. Cosa
sarebbe stato di tutto il suo patrimonio? " E' semplice, metà
a te e metà alla Francese". In quel momento Francisco Canaro
ha capito che non si sarebbe mai separato. C'è stata un'altra
scena che viene ricordata come un aneddoto, al quale si può
credere o no.
L'orchestra
sta facendo le prove, durante una pausa Ada è seduta sulle
ginocchia di Canaro quando si spalanca la porta della sala.
Entra "la Francese" infuriata, apre la borsetta, impugna
una pistola e si avvicina alla coppia. Ada scappa di corsa
e qualche giorno dopo manda a don Francisco una lettera:"
Io non canterò più per te". Se non è una lettera d'addio
(per il momento), è una lettera di dimissioni.
C'è una
data, 28 settembre 1938. Ada
si è resa conto che non potrà avere un futuro il suo legame
con Canaro. Si chiude in se stessa, riduce la sua attività
ed è ancora più eccentrica. Quando registra mette come condizione
che l'orchestra non la deve vedere, canta nascosta da una
tenda. A volte, per sottrarsi agli ammiratori che la assediano,
esce di casa mascherata da vecchina, curva, con una parrucca
di pochi capelli bianchi, un bastone.Nel 1942 incide gli
ultimi due pezzi, entrambi di Francisco Canaro e di Ivo
Pellay: il tango "Corazón encadenado" e il vals "Viviré
con tu recuerdo" che forse non ha scelto a caso perchè subito
dopo scompare. Ha 37 anni.
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Si rifugia
assieme alla madre in un convento di Salsipuedes, in provincia
di Cordoba, entra nella congregazione delle Terziarie Francescane.
Quando filtra questa notizia a Buenos
Aires qualcuno ricorda che Ada Falcón è sempre stata molto
religiosa, di averla vista spesso nella Chiesa di Nueva
Pompeya, di averla persino sentita parlare con i ritratti
dei santi appesi alle pareti e con la Madonna.Francisco
Canaro nel libro autobiografico "Mis memorias" la ricorda
così: "Ada Falcón è stata una delle più belle delle
nostre giovani canzonettiste di prima fila, alla sua epoca.
Padrona di una voce calda e ben timbrata e di eccezionali
capacità interpretative, sentiva il tango e lo cantava con
singolare intonazione e buon gusto, suscitando nel pubblico
ammirazione e simpatia. Ancora giovane si è ritirata dalla
vita artistica e si è rinchiusa in un convento spinta dalla
sua devozione religiosa. Rinunciando per propria scelta
alla vita mondana è stato detto che abbia obbedito al proposito
di avvicinarsi a Dio. Ecco un prodigio della fede cristiana".
L'artista è morto nel 1964 a 76 anni.
La sua eredità è stata divisa fra la moglie e la figlia
nata dall'amore con una ragazza del coro di una delle tante
riviste alle quali ha partecipato con la sua orchestra.
Un giorno del 1982 due cineasti abbastanza famosi, Sergio
Wolf e Lorenza Muñoz, sono andati a Salsipuedes ed hanno
girato un documentario sulla vita di Ada Falcón nel convento.
Non è stato mai trasmesso. Aveva fatto questa confessione:"Mi
sono rinchiusa qua dentro perchè devo espiare un peccato".
Un anno prima era mancata "Mamita" che si dice avesse lottato
tanto per convincerla a tornare a Buenos Aires dove la casa
era stata spogliata di ogni cosa dai ladri. Le avevano portato
via tutti i dischi, tutte le fotografie, persino le lettere
che in quindici anni le aveva scritto il cantante peruviano
Josè Mojica che si era poi fatto frate francescano.
Sembra che Ada avesse tenuto anche
un diario. Molti segreti della sua vita si sarebbero saputi
se non fosse sparito. Rubato e venduto o rubato e gettato
via? Il 4 gennaio del 2002 Ada Falcón è morta di cuore a
97 anni nel centro geriatrico di Molinari tenuto dalle Sorelle
di San Camillo, a cinque chilometri da Cosquìn. I suoi resti
sono poi stati portati a Buenos Aires nel Panteón della
Chacarita. Da molto tempo era divenuta poverissima. Aveva
accusato la Odeon di non aver voluto rieditare i suoi dischi
ma la casa discografica era stata diffidata dal farlo.
"Non avete il mio permesso, se lo farete andrete all'inferno...".
( 2002)
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