Don Francisco pensò che, una volta sul posto, sarebbe
stato complicato ricordare il suo cognome. Pensò:
" Tutti diranno che sono il padrone del paese,
devo convincerli che il mio cognome non c'entra, è
un puro caso". A Parigi acquistò presso l'agenzia
Supervielle un viaggio (in treno) organizzato che
durava 90 giorni e che gli permetteva di staccarsi
dal gruppo per procedere da solo ovunque volesse.
Prima tappa a Torino. La città gli piace così così.
Ne apprezza l'austerità architettonica ma la giudica
poco fantasiosa. E' impressionato dalla laboriosità
dei torinesi e dall'imponenza della Fiat che a quell'epoca
aveva 30 mila dipendenti. Genova, seconda tappa, lo
conquista. Dice che è una città pittoresca, allegra
e simpatica. Lo seducono i carrugi della città vecchia
con il cielo zeppo di lunghe corde alle quali sono
appesi a seccare frutta e ortaggi. E' colpito dalle
opere d'arte schierate nel Cimitero di Stallieno e
al ristorante la pasta al pesto e la zuppa di pesce
lo affascinano. Il viaggio di Francisco Canaro prosegue
per Roma.
Ha poi ricordato:" Ho cominciato a girarla con
una curiosità inquieta, forse a causa della sua grandezza
storica. Roma mi ha messo soggezione, mi ha emozionato
tanto". Si era procurato un "cicerone" per non
perdere tempo, visto che non avrebbe potuto fermarsi
più di una settimana. Ed anche per poter arrivare
alla presenza del Papa Pio XI, cosa che avvenne. Canaro
ha raccontato: " Ero così emozionato che tremavo
e non riuscivo a fermarmi. Mi sono poi accorto di
tremare anche quando ho visto in una cappella un Cristo
di Michelangelo con una ferita prodotta dai baci di
milioni di visitatori e quando ho visto l'impronta
dei piedi di San Pietro in un pezzo di lava vulcanica".
Da Roma a Napoli. "Credevo che niente potese attenuare
in me le emozioni di Roma. Invece Napoli mi ha stregato
con il suo Vesuvio fumante, la gente così vera e simpatica,
il clima soave, la tarantella travolgente".
Erano i giorni della Festa di Piedigrotta, definiti
da Canaro "assolutamente incantevoli". Un salto
a Capri ed alla Grotta Azzurra e poi, il 19 settembre,
di corsa a Napoli per la Festa di San Gennaro. "Qualcosa
che non si può dimenticare". E' arrivato il momento
di incontrare la nonna, la meta è un villaggio del
Salernitano. Il treno si ferma a Vallo e per raggiungere
Catello Vallo non c'è che la "Posta", una polverosa
diligenza che trasporta lettere e passeggeri.