Ma chi è Luigi Tenco?
Un fantasma, un'invenzione dei discografici? Il popolo
argentino della canzone non l'ha mai visto, non ne
aveva mai sentito parlare e i giornali rincarano la
dose, si intreccia una specie di giallo. Dov'è
il padre di “Ho capito che ti amo”?.
I produttori dello sceneggiato, troppo felici, progettano
di far arrivare Luigi Tenco a Buenos Aires in incognito
per fargli cantare dal vivo la sigla dell'ultima puntata.
Ma Tenco stava facendo il servizio militare e il regolamento
gli proibiva di espatriare. Allora?
Il suo generale, tempestato di preghiere,
alla fine dice che potrebbe chiudere un occhio ma
non sarà certo lui a procurargli un passaporto
e senza questo documento la dogana argentina non l'avrebbe
mai fatto uscire dall'aeroporto.
- Non importa - dicono gli impresari- Tenco deve partire,
poi magari lo facciamo cantare ai piedi dell'aereo
o addirittura sulla scaletta. Se la gente non lo vede
ci piomba addosso e ci sfascia tutto.
Il cantautore parte accompagnato dal
suo manager, pure lui ligure, Gianfranco Reverberi.
Quando arriva a Buenos Aires, il 22 dicembre 1965,
la gente invade l'aeroporto di Ezeiza, fa saltare
le transenne, lo porta in trionfo verso il cuore della
città: la dogana non ha neanche provato a chiedergli
il passaporto, gli ha chiesto l'autografo.
Il corteo delle automobili che si muovono
adagio è ripreso dalle telecamere e l’avvenimento
è descritto in diretta da 14 emittenti radiofoniche.
La voce dei radiocronisti si confonde con le parole
di “Ho capito che ti amo”, incessante.
Davanti agli studi di Canal 13 c’è una
folla oceanica. Tenco e Riverberi per mezzora non
riescono ad aprire le portiere dell’ auto. Poi
arrivano i poliziotti che la circondano e si dispongono
su due file creando un corridoio che finisce davanti
ad un ascensore dell’edificio. Il cantante e
il suo manager lo percorrono correndo come matti.
Fuori dall’ascensore, appena arriva al piano,
mille mani li spingono in un salone.
Le lucette delle telecamere si accendono,
Gianfranco Riverberi si mette al piano e Tenco, assolutamente
galvanizzato, interpreta in modo straordinario “Ho
capito che ti amo” e “Ragazzo mio”.
Il salone è affollatissimo, sono entrate tutte
le segretarie, le annunciatrici, le ragazze del trucco,
le sarte: ma non sono tutte donne. E tra gli uomini
c’è anche Ben Molar, l’artefice
di tutto questo pandemonio che se ne sta trasognato
in un angolo con un sorrisetto compiaciuto sotto i
baffi.
Per dieci giorni, prima del suo ritorno in Italia,
Luigi Tenco ha vissuto la favola più bella
della sua vita. Ma non è stato l’unico.
* Ho capito
che ti amo è su www.youtube.com